ricordando Gadda

Carlo Emilio Gadda è uno degli autori più discussi del panorama letterario del novecento italiano. Autore atipico, che ha lasciato molti insegnamenti ma nessun allievo, scrittore poliedrico, molto amato ma anche assai detestato. Colpa della scelta linguistica? Certo è che Gadda parla e scrive la lingua di Gadda, che è un calderone, un minestrone ribollente di arcaismi, dialettismi, preziosismi e invenzioni sintattiche. Per dirne una lui, lombardo e brianzolo, si cimentò nella sperimentazione vernacolare: Il pasticciaccio è scritto in romanesco. Senza ombra di dubbio Gadda è unico, nonostante alcuni, scadenti emuli. Ma questa unicità ha un prezzo: una zona d'ombra, una specie di area franca entro cui le interpretazioni si sono ora sovrapposte ora apertamente contraddette. Resta la grande ricchezza espressiva, specie in La cognizione del dolore, un romanzo criptico, denso di rimandi personali e privati dell'autore; una storia ingarbugliata, qua e là incomprensibile. Le mie stesse affermazioni risultano contraddittorie, ma tant'è la sostanza variegata della letteratura di Gadda, al punto che più di una critica ha accostato la sua scrittura ad un'impostazione ingegneristica della letteratura (giocando sul fatto che Gadda era ingegnere appunto, ma sono cose stradette). Come dire: molti virtuosismi verbali, forte struttura interna, ma mancanza di autentica tensione, quasi che tutti gli intrecci mancassero della necessaria componente umana propria del fatto letterario. Sono polemiche che durano tutt'ora, e forse non sono del tutto peregrine. Per esempio: qual è la trama della Cognizione del dolore? Un ingegnere hidalgo si muove in un ipotetico Sudamerica che ricorda tanto la Brianza, sua madre muore e... L'intreccio è un viluppo di nomi, situazioni, sottintesi che ne rendono difficoltosa la comprensione. Addirittura non tutti sono sicuri che si tratti di un romanzo effettivamente incompleto, per dire fino a che punto il caso Gadda abbia assunto connotati quasi misterici. Anni fa uscì, anche qui tra molte discussioni, un volume commentato del romanzo, in cui il commento era superiore, in quanto a pagine, al testo nudo e crudo. Un paradosso, probabilmente. Ma un paradosso che vale la pena di tentare di capire. La letteratura prende strade talvolta tortuose per illuminare anche su realtà che appaiono semplici e che poi tanto semplici non sono. Ci sarebbe molto altro da dire su Gadda e non solo su lui. Per esempio: il suo libro che preferisco è una raccolta di saggi, I viaggi, la morte, ma sarebbe necessario spazio e attenzione che qui non ci sono. Basta il ricordo, giusto quello.

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