azzardi

Siamo una nazione (paese è un termine alquanto ambiguo) veramente curiosa. Probabilmente il comparto informativo/televisivo è lo specchio abbastanza fedele della lenta decomposizione che stiamo vivendo. Una placida, paciosa decomposizione. Va tutto bene, anzi no, tutto male. Ma chi se ne frega in fondo. Viviamo in un regime di monopolio informativo che in vent'anni ci ha squassato il cervello, ma ormai abbiamo accettato il fatto, c'è di peggio e così sia. Rimangono le scommesse: enalotti, più o meno super, le scommesse, il poker live e on line. Non siamo molto oltre la partita a ramino, ma, diciamocelo, fa più figo gridare "All in!!!" all'americana, piuttosto che spizzare il mazzo nel retro di un trani. Ma il fenomeno suscita preoccupazione nei nostri credibili telegiornali, i quali, tra un mestolo insanguinato e un giro nei bar a scoprire i cocktail più trendy, si interrogano sul fenomeno. Ma sarà giusto giocare così tanto? Ecco che il tg del mezzogiorno offre la sua versione dei fatti. Cari amici, seguite alcune semplici regole per non rischiare troppo: il decalogo Sisal. Non giocare se non hai i soldi; non fare debiti per giocare; invece di giocare esci con gli amici per distrarti; se menti circa le tue perdite non è un buon segno. Mi immagino le schiere di menti impegnate a partorire queste profonde verità. E' uno sfacelo, ma almeno è di buon senso: lo Stato incassa le giocate ma si premura anche del benessere psicofisico del giocatore. Colpire al cuore e medicare con la garza.

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