idee di Baudelaire

Per una forma eccezionale di metalinguaggio letterario, il nome di Charles Baudelaire sta diventando sempre di più sinonimo di modernità. E' come se il contemporaneo del poeta non conoscesse battute d'arresto, e attraverso un continuo ossimoro si perpetuasse lustro dopo lustro, in modo incessante, quasi incomprensibile. Chiaramente si tratta di un fatto che va al di là della letteratura stessa: si tratta di messaggio inteso in un senso, per l'appunto, metaletterario, perché in Baudelaire tutto comunica. Prima di ogni altro aspetto la sua vita: quella del dandy disperato e dissipatore, dell'esteta dal gusto formidabile, bevitore, consumatore di droghe, visionario. E poi la sua scrittura, che per la prima volta affonda le sue radici in una materia lurida, sporca, generalmente non inseribile in un componimento poetico. Bordelli, prostitute, amore carnale, ma anche solitudine, disperazione, malattia. I fiori di Baudelaire sono malsani, è la prima cosa che le leggiamo nella sua raccolta più famosa. Ma anche questo non basta a spiegare il suo successo, peraltro meritato come poche altre voci liriche nella storia. C'è una componente caratteriale che non possiamo non considerare: Baudelaire è stato un poeta degli ultimi, un cantore delle passioni maledette e frustrate, in anticipo sui tempi, in lotta con il suo tempo. In vita, è stato un grande sconfitto. Quasi mai compreso, spesso umiliato. Era in anticipo di quasi un secolo e forse anche di più, se è vero (ma sono pronto a scommettere) che la sua fama si propagherà nei secoli a venire, consacrandolo come una delle grandi voci del millennio, una delle poche menti il cui messaggio sia riuscito a trapassare il tempo e, forse per un momento, lo spessore del velo di Maya. E' moderno perché prima di tutti gli altri, filosofi compresi, è stato un grande cultore del dubbio: laddove splendevano certezze, lui è arrivato a posare le tenebre dell'ipotetico: e se Dio non esistesse? E se la famiglia non fosse sacra? Non è mai assertivo, perché è un poeta, e non può esserlo, ma arriva lo stesso al cuore della questione. Nelle inquietudini di un mondo che stava cambiando, Baudelaire è riuscito a dare un nome alle cose, ribaltando le prospettive, procedendo per negativi, sporcandosi, piangendo, facendo baccano.

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