delusione

Provo un vago senso di sconforto misto a disgusto tutte le volte che sbircio l'inserto dei quotidiani con in copertina qualche regista di casa nostra. Muccino, Virzì, tutta questa gente insomma. Parlano come se fossero Fellini o Bergmann, come se avessero inventato il cinema, o come se fossero degli artisti. Strapagati per girare sul nulla. Questa benedetta borghesia italiana, tutta famiglia e puttane, tutta rovelli interiori e piccole vigliaccherie. Non c'è niente di nuovo, parlano sempre delle stesse cose, senza inventiva, senza niente. I loro film valgono poco o nulla e basano tutto sulla pruderia di chi guarda: il giovane alla ricerca del lavoro, il padre di famiglia con l'amante, il trentenne che non si decide a crescere; dicono di parlare del Paese, della ggennte, ma è solo retorica. E così il cinema viene ridotto ad una specie di telenovela, di fiction atta a soddisfare chi guarda nel peggiore dei modi possibili: facendolo sentire uguale agli altri, ritagliandoli addosso la storia e servendogliela con tutti gli ingredienti che più gli piacciono. Il cinema italiano è inguardabile e noioso proprio per questo: non riesce mai a fare un passo in là, a guardare oltre se stesso. Non è un'opera d'arte: è un trafiletto di cronaca, scritto perlopiù in qualche modo. E questi registi non sono artisti. Professionisti al massimo, ma artisti no. L'artista va oltre se stesso e prende a pugni chi lo guarda. Non lo consola, non lo fa sentire italiano medio a suon di pacche sulle spalle. Forse mancano gli sceneggiatori, forse mancano i produttori coraggiosi. Di sicuro mancano gli attori (incredibile a dirsi visto che tutti vogliono fare gli attori) visto che le facce che si vedono sono sempre quelle. E' un cinema che merita di fallire insomma, che merita di non valere più una cicca a livello internazionale. Quanto alle interviste di questi mostri sacri, francamente non ho più l'animo di leggerle; non credo che questi signori abbiano più niente da dire, ammesso e non concesso che ce l'abbiano mai avuto. Meglio un bel classico, sia letterario che cinematografico. Meglio lo sperimentalismo di qualche sconosciuto. Meglio un colossale fallimento piuttosto che il compiaciuto estetismo all'amatriciana di questi individui.

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