ribellioni

Viene quasi obbligatorio parlare dell'esperimento di ieri sera, Raiperunanotte. Un tentativo, con tutti i rischi che le prime uscite comportano, con qualche caduta di stile, con forse troppa carne al fuoco. Ma un tentativo importante, autentico, che dimostra come la forza dirompente del web possa scardinare il monopolio dello squallido sistema informativo italiano. Il messaggio di ieri è stato: possiamo fare a meno di te, maledetta scatola televisiva. Senza direttori e direttorelli, senza sottopancia, senza giochi di potere: solo una trasmissione di opinione fruibile gratuitamente da tutti. Per questo la trasmissione di ieri è stata un successo: ha aperto una strada fino a poco tempo fa impensabile, e ridicolizzando al contempo la sordida censura politica che appesta gli apparati televisivi italiani, specialmente della Rai, che dovrebbe essere al servizio dei cittadini e non dei politici. Non illudiamoci comunque. Questo è solo l'inizio. Una fetta ancora troppo larga di popolazione non ha accesso alle tecnologie necessarie per usufruire della libertà della rete, rimanendo costrette (probabilmente anche per una certa indolenza mentale) a basarsi unicamente sulla tv di regime. Raiperunanotte è stato un numero zero, una prima pietra gettata nella melma della disinformazione, della repressione, della censura perpetua che schiaccia la crescita intellettiva e morale di questo paese. Non mi sono piaciute diversi aspetti di questo programma (certe volgarità lo hanno inutilmente appesantito) ma ciò che conta è stato il segnale lanciato, e soprattutto la gente che era presente: un pubblico folto, vero, pronto a rivendicare la propria dignità di uomini e donne liberi. Altro che cartelloni prestampati e giochi di regia per coprire i vuoti della piazza. La sensazione è che il coperchio governativo che tenta di sigillare una buona metà del paese che non sopporta di essere presa in giro stia per esplodere. Un'esplosione civile, pacifica, ma determinata, molto determinata.

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