il trucco c'è e si vede


Mette un po' di tristezza osservare il video in cui uno dei tanti addetti suggerisce al presidente di non esagerare e gli passa anche un copione con delle bozze di risposta per eventuali domande. Al di là di tutti gli aspetti penali, che segnano il confine tra onestà e disonestà, c'è un altro aspetto, sicuramente non penalmente rilevante, ma forse più squallido: quello della sistematica insincerità. Mister B ha dato ampia prova, nei tempi remoti e vicini, di essere sostanzialmente una faccia, o per meglio dire una facciata, un'impalcatura imponente che nasconde pochezza di contenuti umani prima ancora che politici. Già si sapeva, sapevamo, non c'era bisogno di vedere il fazzoletto con la cipria pronto uso per capirlo, solo che vedere il video e l'audio della messinscena perpetua fa decisamente un altro effetto; è il prestigiatore al capolinea che sbaglia il numero, il coniglio bianco che scappa dal cilindro, la sigaretta che brucia il foulard. In questi pochi secondi c'è il retroscena miserabile di un mondo di cartapesta che rivela fatalmente le sue carte, mostrandosi per un attimo nudo e patetico, come il meccanismo che agita gli spettri nella casa stregata di un luna park. Nemmeno lo sforzo di rispondere, nemmeno forse la capacità per farlo: c'è l'addetto con le risposte già fatte, come in un bigino, ma questa è la logica prosecuzione di una parte politica che ha fatto degli slogan la sua cifra distintiva, che ha azzerato il ragionamento e la dialettica dietro formule di facile presa, per vendere meglio il prodotto. Le "ipotesi di risposta" sono quasi eleganti al confronto di certi spot elettorali con le foto della famigliola rivolte in favor di telecamera.

0 commenti: