sfigurati

Nato e cresciuto in questa terra lombarda, non credo ancora di averne colto del tutto la natura e le inclinazioni. O forse sì. La regione che è stata ed è il traino economico dello Stivale sta pagando in termini di salvaguardia dell'ambiente e di sostenibilità della vita un prezzo abnorme, ma è un prezzo direttamente proporzionale allo scempio che è stato fatto del paesaggio e del territorio. Il recente episodio degli ettolitri di gasolio riversati nel povero Lambro sono solo l'ultimo, grave sintomo di una mattanza sistematica portata avanti da decenni, in nome di uno sviluppo cieco che un'ideologia folle e criminale vuole senza limiti, senza conseguenze, come se il patrimonio naturalistico e territoriale fosse un pozzo senza fondo e senza regole. Le regole, soprattutto, sono un vero grattacapo per una certa Padania che in questi anni ha fatto di tutto per affrancarsi da ogni bega burocratica, da ogni opzione vagamente ambientalista che subito si è affrettata a bollare come comunista e disfattista. Ma il prezzo si sta cominciando a pagare, anche se questi signori pensano ancora di potersi abbeverare gratis e per sempre; i morti di polveri sottili sono una realtà, sempre più persone cominciano seriamente a interrogarsi sul modello perseguito tanto ottusamente finora. E' una Lombardia che non riconosco e in cui difficilmente una persona che ami davvero questa terra possa riconoscersi; più in generale è l'intero nord del paese che smentisce il suo stesso buonsenso, la sua stessa, coraggiosa umanità dimostrata tante volte nella storia per travestirsi da buzzurra, becera, avida popolana che pur di fottere il suo vicino, il suo concorrente, lo straniero è pronta ad invocare la legge del taglione. E in cambio di che, poi? Di questa distesa di centri commerciali, di rotonde, di parcheggi, di fumo, di cemento, di prefabbricati, di villette che costano un occhio della testa. Alla faccia dello spirito delle Cinque Giornate.

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