Corporale, di Paolo Volponi

Corporale di Paolo Volponi è un poderoso romanzo di oltre cinquecento pagine, in cui si narra delle vicende di Gerolamo Aspri, professore, intellettuale di provincia vittima di tutta una serie di equivoci personali e autoprocurati che lo porta a isolarsi nell'urbinate, a impegnarsi in traffici strani, a interessarsi di fatti di nera locale, a inventarsi un alter ego di nome Murieta, messicano, biscazziere in un cinodromo. Il romanzo, in tutta la sua densità narrativa e analitica, vive di più scenari e di più sottotracce, includendo nella sua struttura un tentativo di "tutto", e sfociando alla fine in una cannibalesca ricerca di materia; per vivere, Corporale ha bisogno di ingurgitare nel suo altoforno, storie, personaggi, curiosità, aneddoti, divagazioni, paesaggi, mestieri. Il tentativo di Volponi è quello di dare vita ad un affresco grandioso, ad una immensa opera collettiva che in qualche modo spieghi la psiche del singolo, procedendo ad ampie falcate dall'esterno all'interno e viceversa. Aspri è la pianta sradicata che non sa dove piantare le proprie radici, ma è anche l'anacoreta ostinato nel suo isolamento, incapace di instaurare rapporti con gli altri che non siano fondati sul sospetto o sulla diffidenza. Una delle poche cose comprensibili che Pasolini sostiene in una delle sue solite, torrenziali, fumose analisi è proprio questa: in Corporale manca un vero e proprio nemico, perché la dimensione del negativo, o se vogliamo dell'oppositivo, è talmente dilatata, talmente generalizzata da risultare alla fine nulla, schiacciata in una prospettiva troppo generica per poter essere colta. Aspri è contro il mondo, ma proprio per questo alla fine è come se fosse contro nessuno: un deserto di ombre dietro cui si celano potenziali pericoli, ma che alla fine, per l'appunto, sono solo ombre impalpabili. Corporale è un testo di difficile definizione: post strutturalista, neoavanguardista? Non credo. Risente del tempo, specie nella sua tensione al tutto e alla divagazione: personalmente ho riscontrato più di una somiglianza con una certa produzione di Gadda e dell'Arbasino di Fratelli d'Italia, persino, ma in tono minore, con Ferito a morte di La Capria. Ma Corporale ha ambizioni personali più forti e meno mondane, che portano l'autore ad una ricerca interiore che a qualche titolo deve riversarsi nel mondo esterno, comprendendolo, assorbendolo, riassestandolo per renderlo comprensibile. Il risultato è un testo multiforme, strano, per certi versi pazzesco, che segna di fatto il superamento della prosaica letteratura industriale per proiettarsi nella dimensione del dopo: un post che non è ancora postmoderno ma che già ne presenta alcune inequivocabili avvisaglie. E' un'eredità letteraria, ora sconnessa e disarticolata, ora affilata, pungente come solo la grande narrativa iperrealista italiana ha saputo fare.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

I absolutely agree with your review. Corporale is an incredible and very complex work that is difficult to compare with any novel written in Italy or in any other country for that matter. What I find sad is that it still hasn't received the attention it deserves. It's a masterpiece very few readers seem to care about.