digitalizziamoci

Un giorno forse qualcuno riuscirà a spiegarmi con precisione che cos'è e a che cosa serve Google Libri: paventato archivio on line di libri da tutto il mondo e di tutte le salse, comodi, fruibili, consultabili in qualsiasi momento e gratuitamente. Mi ricordo il tono con cui questa operazione fu a suo tempo annunciata: rivoluzione, nulla andrà più perso, tutto sarà alla portata. Basta andare a vedere che cosa sia oggi Google Libri, a qualche anno di distanza, per prendere atto del triste fallimento del progetto, arenato nelle secche delle dispute editoriali, ridotto a remainder di seconda scelta, dove si accumulano cartacce di scarso conto in edizioni fuffa o quasi. I libri potenzialmente più interessanti sono allo stato di frammento, o sarebbe meglio dire di ritaglio: due righe di frontespizio; di altri volumi esiste solo la copertina corredata da un affettuoso avvertimento che ci segnala l'impossibilità di consultarli. Di altri ancora si possono apprezzare delle generose edizioni mutile di più pagine, giusto per rendere impossibile la lettura. I titoli a disposizione si riducono a classici in edizioni perlopiù defunte, imbevibili, con traduzioni approssimative nel caso in cui si tratti di testi in lingua e quasi sempre con un corredo bibliografico insufficiente o addirittura inesistente. Non so onestamente quale idea di letteratura abbiano questi signori o che caspita avessero intenzione di fare agli albori della loro impresa. So quello che tutti possono vedere: un'iniziativa strampalata che non serve a nessuno, meta di inutili speranze di consulto, serva delle grosse case editrici, incapace di offrire alternative di consulto. Anziché digitalizzare tutti i libri del mondo sarebbe già qualcosa riuscire a scannerizzarne mille, di quelli che servono però, e con uno straccio di cura filologica.

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