fenomenale

E così Ronaldo non gioca più. Ci lascia con una caterva di goal alle spalle, alcune immagini lancinanti (quelle dei numerosi e sciagurati infortuni) e una dose molto alta di umanità, quel pizzico di genio bambino e di spensierato talento che personalmente mi mancherà tanto. Ormai, Ronaldo non era più Il Fenomeno già da diverso tempo, ma un'ingombrante controfigura dal fisico minato da problemi di ogni sorta, non ultimi gli scompensi ormonali che ne hanno decretato l'aspetto ipertrofico delle ultime stagioni. Ma sentire dalla sua voce che non calcherà più un terreno di gioco, diciamocelo, fa un certo effetto. Tornano alla mente il passo veloce e potente delle belle stagioni, la forza elegante con cui superava ogni avversario, quel mix di rapidità rapace, fantasia, precisione chirurgica con cui tagliava in due le difese, lasciava a bocca aperta i difensori, estasiava tifosi amici e avversari. Ormai Luis Nazario De Lima era leggenda, già molto prima dell'ultima, difficile conferenza stampa. Era entrato nell'immaginario collettivo per essere stato al tempo stesso un prototipo della modernità calcistica e un unicum, un vezzo inimitabile del fato, che si è divertito a incanalare tanto talento e tanta sfortuna in un atleta solo. Era un dio Ronaldo. Correva, dribblava, tirava, faceva assist, era uomo squadra ma anche spalla, volpe e destriero. Nessuno, negli ultimi vent'anni, ha avuto tanta tecnica unita a tanta velocità. Ha raggiunto le 62 reti con la nazionale brasiliana, a un pugno di goal di distanza dal mito Pelé, che sicuramente, senza il martirio fisico che ha dovuto patire negli anni, avrebbe superato. Ma non è tempo di cifre, per quelle ci sono gli schedari e tutti gli almanacchisti del calcio. Per tutti gli altri resta l'epoca che questo bolide umano ha segnato, e dove i successi, comunque, sono stati dilaganti, a dispetto dello stillicidio di dolori e acciacchi. Il dramma del calciatore è quello di essere un artista senza tela e senza pennello: come riusciremo a raccontare quelle traiettorie, quei gesti atletici, quella maestà capace di far trasfigurare un simpatico ragazzone brasiliano in un semidio? Mi mancherai Ronnie, e grazie di tutto.

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