ecco, il ministrone per esempio...

La questione dell'Unità nazionale. Dopo centocinquantanni, siamo qui con la questione dell'unità. Tutti divisi. Nessun "crogiolo" paventato da Mussolini nel '17, sotto il rombo delle armi. Niente di niente. Il ritorno dei dialetti santissimo cielo. Vogliamo dire una volta tanto che le cose buone che questo paese ha prodotto sono nate sotto la spinta cosmopolita? Vogliamo dire Rinascimento? Diciamolo, ma è solo un esempio. Difficilmente un qualche regionalismo ha fatto fare qualche passo in avanti. La colpa è anche della ggggente. Il pubblico sovrano che parla il proprio vernacolo con orgoglio: io parlo così e me ne vanto, qualche sperduto sugli scranni europei fa altrettanto, discetta in napoletano dribblando gli sconcertati traduttori. Va di moda sostenere l'identità, ma l'identità italiana è un dessert variegato di influenze: residui greci e romani, celtici, bizantini, arabi, nuragici. Di quale identità stiamo parlando, ma soprattutto come possiamo pretendere di salvarci da quella continua decomposizione e ricomposizione che è la Storia? Non basterà un ministrone della Res Publica a salvarci. Non basterà un decreto a preservare la virginale purezza della nostra identità. Vogliamo parlare dei nostri santi valori? Si bruciavano vive le donne chiamandole streghe fino a pochi secoli fa, e lo si faceva con la Bibbia in mano, come dire: meno male che cambiano i valori. Anche il modello geocentrico era un valore. Anche le vergognose leggi razziali sono state promulgate per difendere un presunto e abominevole valore. Ogni fase della storia ha il suo altarino di dei e di idoli che esigono un tributo. Dei che non esistono, idoli che ci inventiamo da soli, ci mancherebbe. Abbiamo la fortuna di avere in dote una lingua meravigliosa, perfetta sintesi della nostra storia comune: uno scrigno di suoni e sfumature, una lingua nobile, non serve aver letto Foucault per capirlo. Ma urge una legge, almeno un decretino. E se non si rispetta la legge, via in gabbia. Dura lex sed lex, avrebbero detto i latini, che nel novero delle loro leggi prevedevano la croce, ma è tanto per dire, figurarsi se mi permetto di discutere i valori.

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