incontri ravvicinati

Augurare il male fisico al proprio avversario politico è una pratica incivile; auspicare aggressioni incivile e stupido; sperare che invece certi suoi comportamenti parecchio oscuri vengano chiariti dalla legge, senza altri escamotage, senza l'uso privato dei mezzi pubblici e senza l'intercessione dei troppi maggiordomi al suo servizio, è il minimo che possa essere consentito. E non è terrorismo, non è campagna d'odio, è semplice richiesta di confronto paritario. Tutto qui, senza molta enfasi. Del resto l'evocazione di bieche minacce, di infausti complotti e sotterranee manovre è qualcosa che sconfina dai territori della politica e perfino del buonsenso per giungere in piena fiction, in piena manipolazione delle masse attraverso una narrazione, che è tutto fuorché veritiera. E' una storia che abbiamo ripetuto un milione di volte: quella dell'abnorme conflitto d'interesse, della disgregazione culturale della nazione, dell'uso perlomeno disinvolto delle istituzioni pubbliche per finalità private. Dire di no, opporsi a questa banalizzazione (perché questo è fondamentalmente il berlusconismo), non è violenza né tanto meno odio: significa esprimere un'opinione, con buona pace della maggioranza. Sarebbe forse ora di ricordare anche chi è stato il primo a parlare in termini bellici di "scelta di campo", di buoni e di cattivi, di comunisti giustizialisti, di "andare a morire ammazzati" (ministro, proprio lei...), perché altrimenti si perde il senso delle parole, si lascia passare un messaggio che è semplicemente falso. Anche il povero Papa è stato oggetto di attenzioni particolari da parte di una ragazza non proprio in pieno possesso di sé: gli va dato atto di non aver enfatizzato l'accaduto e di aver tirato dritto, senza strumentalizzare, senza generalizzare, senza tentare di sfruttare politicamente un atto che è di per sé imprevedibile come il gesto di uno squilibrato. Nessuna voglia di passare per un martire, nessuna evocazione di improbabili complotti. Si può essere d'accordo o meno con il Papa, ma la signorilità del comportamento va riconosciuta. Ogni confronto è puramente casuale.

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