power

In questo placido e mansueto agosto, con l'informazione di Stato che sta tirando i residui remi in barca e si sta affrettando a insabbiare scandali e scandaletti (leggi P3 e altre derive poco romantiche sparite dai palinsesti dei tg) mi viene spontanea una riflessione: chi sono questi poteri occulti? Leggendo i giornali e scartabellando internet il ritratto che ne emerge è da un lato inquietante, perché si tratta di un potere immenso, ingiustificato e incontrollato, ma dall'altro riserva anche una certa dose di grottesco degno del teatro delle maschere. Il Potere in Italia, infatti, è irrimediabilmente buffo. E' un potere vecchio, con la pancetta, tinto in modo improbabile, arroccato in ville damascate e quindi irrimediabilmente pacchiano, confusamente kitsch. E' un potere gestito da salumieri o poco più: gente furba, incattivita, avida, ma quasi mai intelligente e meno che mai colta; queste consorterie amministrano soldi e beni dal tavolaccio di una trattoria, davanti ad un abbacchio fumante, leccandosi le dita e ruttando. Anche le intercettazioni disponibili non fanno che rimarcare i tratti di questo universo minuto, lontano anni luce da qualsiasi dubbio etico, da qualsiasi senso della responsabilità o anche di un più basico senso del pudore, dove questi signori fanno sfoggio di un italiano sgangherato e gergale, che insieme alle discussioni da bar dello sport serve anche a muovere danari e commissioni, appalti e favori. Ma in torto, evidentemente, sono tutti coloro che si dannano l'anima a rivendicare fondi per la ricerca scientifica, per lo sviluppo culturale, per la valorizzazione del patrimonio artistico: non tengono conto di chi ha in mano i cordoni della borsa, squali attempati che se ne sbattono di tutto, assestati con non poco orgoglio agli antipodi di qualsiasi cultura.

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