Una coppia borghese benestante riceve per posta delle videocassette in cui la loro vita è spiata. Nessuna rivendicazione, nessuna ragione apparente. Solo un lungo e doloroso lavoro di scavo aprirà forse uno spiraglio. Niente da nascondere, diretto da Michael Haneke, si pone come uno dei film più importanti degli Anni Zero: ritratto sobrio ed essenziale delle fobie inconfessate di un'intera classe sociale, marasma affettivo raggelato, reso con pochi, magnifici gesti della macchina da presa: lunghe riprese con camera fissa, silenzi, dialoghi. L'assurdo entra nella vita di questa coppia in modo sinuoso, lento, senza particolari sussulti eppure con un movimento che appare sempre più inesorabile, e quindi minaccioso. In una Parigi scabra e marginale, che potrebbe essere tranquillamente scambiata per qualsiasi altra città europea, si snoda una vicenda familiare che poco o nulla concede alla riconciliazione, o se si vuole ad una purificazione dopo il dolore: tutto quello che accade è inscritto nel cerchio delle cose, un movimento macchinale che soffoca corpi e azioni senza nessuna ragione precisa, solo perché così deve essere, perché portiamo l'assurdo nel sangue, perché in fondo non esistono spiegazioni. Il film di Haneke cela nelle pieghe del non detto i tratti caratteristici di una società, quella occidentale, sempre più smarrita in se stessa, nei propri fantasmi, nei traumi che nemmeno l'ipocrisia è riuscita a cancellare, e lo fa attraverso una storia paradigmatica, che nella sua forma minimale dice molto di più di quanto non possa fare un ponderoso trattato. Niente da nascondere è paragonabile ad un apologo, ad una dipinto di Guttuso, di Otto Dix, ad una presa diretta del reale che però al tempo stesso lo trasfigura, in una presa d'atto di noi stessi e della nostra impotenza che è ugualmente minimale e tragica. E' un film necessario, da vedere, anche per operare un confronto tra cinematografia francese e italiana sul tema della borghesia, caro ad entrambe, ma in cui i cugini d'oltralpe dimostrano una superiorità di mezzi espressivi e narrativi da fare paura. Daniel Auteuil si conferma uno degli interpreti più significativi della sua generazione.
Niente da nascondere | |
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Titolo originale | Caché |
Paese | Francia/Austria/Germania/Italia |
Anno | 2005 |
Durata | 117 min |
Colore | colore |
Audio | sonoro |
Genere | drammatico, thriller |
Regia | Michael Haneke |
Sceneggiatura | Michael Haneke |
Casa diproduzione | Les Films du Losange, BIM Distribuzione, Wega Film, Bavaria Film, Le Studio Canal+, France3 Cinema, Arte France Cinema, Eurimages Fund of the Council of Europe, CNC |
Fotografia | Christian Berger |
Montaggio | Michael Hudecek, Nadine Muse |
Effetti speciali | Philippe Hubin |
Musiche | Jean-Paul Mugel, Jean-Pierre Laforce |
Scenografia | Emmanuel de Chauvigny,Christoph Kanter |
Costumi | Lisy Christl |
Interpreti e personaggi | |
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