Ho avuto modo di osservare, in questi giorni, la massiccia campagna promozionale di due libri, quelli di Daria Bignardi e Luciana Littizzetto. Stelle televisive che non disdegnano di pubblicare qualcosa di tanto in tanto. Non ho mai letto nessuna delle loro opere, e dirò anche, a dispetto di ogni deontologia critica, che non mi importa di farlo. La domanda che mi sorge spontanea è un'altra: perché queste due signore, nonostante il successo e i relativi soldi (niente di male, tutt'altro), sentono il bisogno di massacrare anche la forma scritta? Perché? Che bisogno c'è di aggiungere alle già numerose ore televisive degli altri spazi in cui pubblicizzano il loro libro, pubblicato peraltro da case editrici così grosse e potenti da non necessitare di altre forme promozionali? In un mercato già ampiamente intasato da chiacchiere di poco valore, da istant book imbarazzanti scritti da politici, presentatori televisivi e divi dello sport, non si avvertiva anzi, meglio, non avvertivo proprio il bisogno di vedere ulteriormente queste signore in tv, a parlare di sé, a rispondere a domande compiacenti come se fossero scrittrici, come se stessero svelando al mondo il segreto della loro arte. E non mi interessa andare contro ad amici e parenti che stimano la brava e spassosa Littizzetto e che certamente tenteranno di giustificarla adducendo scuse un po' patetiche del tipo: lo fanno tutti, che male c'è, però fa ridere. No, non sono disposto a farlo, perché ogni pagina che sprechiamo, ogni porta che chiudiamo in faccia ad un autore emergente per regalare un altro po' di ribalta a chi è già potente e scrive per puro e semplice diletto è un delitto. Contro noi stessi, contro la buona editoria. Sono persone potenti, non illudiamoci che siano figurine innocenti con il viziuccio di scarabocchiare qualche pagina di tanto in tanto. Non scrivete più signore, per piacere: tanto si sa che non lo fate perché lo sentite nel sangue, dunque occupatevi di ciò che avete sempre fatto, che vi riesce tanto bene e che è già di per sé una fonte economica più che soddisfacente. Non scrivete più signore, o se proprio non potete farne a meno affidatevi a qualche casa editrice artigianale: non avete bisogno di altra gloria, ma soprattutto noi non abbiamo bisogno di quello che scrivete.
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