Gli istant book sono libri di poche pretese, di poche pagine risicate incluse in abbondanti copertine traslucide e cartonate, sul cui fronte campeggia di solito un serioso primo piano, meglio se con gli occhi in bella evidenza, come subdolo tranello per attirare l'attenzione dell'osservatore. Sono libri che non hanno genere: parlano di tutto e di più, con inevitabili concessioni ai temi più alla moda. Gli autori di solito sono noti o notissimi. La stesura e la confezione dei libri avviene a velocità stratosferica, editing compreso. I tempi di solito penosi e umilianti riservati agli altri scrittori sono sorvolati con la rapidità della folgore. Gli autori spaziano. Sono spesso politici, ma anche presentatori televisivi, attorucoli, cialtroni di ogni genere che vendono il proprio nome alla cassaforte di una grossa casa editrice. I nomi e gli occhi di copertina quasi mai corrispondono all'autore effettivo del testo, che è spesso un ghost writer, un forzato della penna cooptato da un barone dell'editoria per esprimere in una lingua il più elementare possibile concetti oltre la soglia dell'ovvio. Nessun pudore da parte del vip che si presta all'operazione, segnatamente squallida e commerciale, anzi. La vanità di entrare, seppure dalla porta del cesso, nel mondo del libro è una vanità alla quale è difficile resistere. Una comparsata in un programma televisivo completerà poi il tutto. La fine che fanno questi libercoli è nota, ma è meglio ribadirla: il macero. Dopodiché di loro non resterà più nulla. I loro presunti autori non si ricorderanno più nemmeno di averli pubblicizzati. L'editoria di massa passerà a qualche altro istant da promuovere. E il bello è che nessuno proverà nemmeno un poco di vergogna.
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