Pasolini & Bertolucci, un'amicizia

Il rapporto artistico, umano e intellettuale tra Pier Paolo Pasolini e Bernardo Bertolucci è un capitolo di storia letteraria ancora tutto da scrivere. Il primo fu scopritore, fino ad un certo punto, del secondo: amico del padre, il poeta Attilio, chiese al giovanissimo Bernardo di fargli da assistente alla regia per Accattone, primo lungometraggio dello scrittore friulano. Questa è la storia che sappiamo tutti. Ben presto Bernardo capisce di avere altro da dire, e soprattutto in altro modo, e prende la sua strada, prima dirigendo un film di chiara matrice pasoliniana, La commare secca, e poi occupandosi personalmente anche delle sceneggiature, cogliendo, come si sa, un successo dietro l'altro. Da parte di Bertolucci non ci furono polemiche, anche perché il regista non ha mai nascosto il suo debito nei confronti di Pasolini, né tantomeno di dovergli in qualche modo il proprio battesimo: solo sentiva che era il suo momento e che era giusto cominciare un discorso proprio, che si distaccasse dallo schematismo di Pasolini pur senza mai rinnegarlo del tutto. Ma Pasolini a quanto pare non la prese benissimo, preziosa in questo senso è l'osservazione di Franco Cordelli: Pier Paolo non perdonò a Bernardo il suo successo immediato e straripante, il consenso all'estero, la fama, la consacrazione a maestro in età ancora giovanissima. Qui entra in gioco anche un altro aspetto poco toccato dalla critica nazionale: il lato oscuro di Pasolini, il suo risentimento fagocitante, talvolta meschino, riversato ora in cattive poesie ora in film oggettivamente inguardabili ora in articoli di dubbia matrice intellettuale. Ma Pasolini è issato su un altare, e nessuno potrà mai toglierlo da lì, consacrato da una critica che ha voluto eleggerlo a proprio santino, a dispetto di qualsiasi senso dell'obiettività. Per una corretta interpretazione filologica del problema io partirei da un assunto semplice, chiaro: Bertolucci è un grande regista, Pasolini no, se non forse nelle debordanti intenzioni. Non ci sarebbe niente di male a dire che i film di Pasolini sono piccoli film, noiosi, didascalici, realizzati in qualche modo, venati dalla sua inveterata e non richiesta vis pedagogica, mentre quello di Bertolucci è cinema, e lo sarà anche tra cento anni. Un argomento da approfondire comunque.

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