Il commento sul web, specie a margine di un video su you tube, potrebbe diventare un nuovo genere letterario, ne avrebbe tutte le qualifiche: diffusione, riconoscibilità, fruibilità. Qualche volta è divertente vedere il sublime sciocchezzaio che rappresenta, il commentame in rete. Ho letto di gente che si è minacciata di morte via commento, e più di una volta. E poi i complimenti a madri e sorelle, un classico. Il riflusso di coscienza sale al gargarozzo un po' come gli avanzi di grasso dopo un lauto banchetto. Finalmente un luogo al mondo, ancorché virtuale, in cui darci dentro, e dirla tutta questa beata "verità", dirla in faccia a Golia, protetti da una maschera digitale che è puro incentivo alla rissa (anch'essa virtuale). Essenza di coraggio. L'aspetto antropo grammaticale poi è interessante: sono pochi quelli in grado di mettere in fila due periodi in lingua accettabile, gli altri vanno a orecchio e comunque si arrangiano. Dicono che l'importante sia farsi intendere, ma da chi? E che cosa vuole questa gente? E chi sono questi "loro", che incombono e controllano? Ad ogni modo sono tanti gli italiani stranieri nella propria lingua, e non nel senso nobile di C.B. quanto piuttosto in una salsa più casereccia, tipo: parla come mangi. Altro proverbio dei miei lasciamo perdere. Scotto da pagare alla libertà della rete, sia chiaro, di cui io per primo abuso. Come dire: prendetevi un po' di questo analfabetismo di ritorno in cambio del dire quello che volete. Tanto questo "quello che volete" finirà sepolto insieme al quaderno sotto la massa di punti di sospensione e di "emozioni" e di "amore mio" e di "tua madre e tua sorella". Troppa grazia.
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