Peter Handke è forse il principale autore vivente in lingua tedesca. Austriaco, fuori dagli schemi, portabandiera di una letteratura difficilmente classificabile, che spazia dalla poesia al romanzo fluviale, dal testo breve al saggio minimalista. Assecondando questa sua vena multiforme, Handke è anche autore di uno dei più bei diari del novecento letterario: Il peso del mondo, raccolta di appunti vari, di brevi prose, di note estetiche e ispirate. Osservatore delle cose e cultore dei dettagli, lo scrittore austriaco compie un viaggio dentro se stesso e la natura degli oggetti che lo circondano, alla ricerca di un'armonia sempre sul punto di infrangersi o di sfuggire dalle dita. Il diario, genere minoritario e sottovalutato per eccellenza, diventa specchio del mondo, strumento per capire e per capirsi, lente non deformante per intuire il meccanismo delle cose. La prosa coglie la realtà nel suo farsi, perché il bello, ci insegna Handke, si nasconde nelle pieghe, negli orli, nei risvolti, e in tutti quei luoghi di passaggio - ma indispensabili - che di solito vengono trattati alla stregua di anticamere, porti franchi. Era parecchio tempo che non prendevo in mano questa edizione consunta e logora de Il peso del mondo: ogni volta che si rileggono questi scorci, che si riassaporano questi movimenti emotivi viene voglia di dire: "Era tutto sotto i miei occhi e non avevo capito niente." Questa, in fondo, è la grande rivelazione di Handke: un sussurro denso e carico di presagi, dove l'auscultazione della natura coincide con quella di sé, con il proprio battito interiore. In altre parole potremmo dire che questo diario si occupa di ritmi e di coincidenze: quando l'autore sente che il battito del suo cuore corrisponde al movimento di una foglia, in quell'istante può dirsi compiuto, realizzato perché inserito nella logica del mondo. Lo stupore dell'artista diventa sgomento, e poi, in diverse, strazianti note, distanza dalla vita, dolore per il tutto: diventa peso appunto, consistenza insopportabile della materia. E' la grande lacerazione raccontata in queste pagine.
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