Il ministro Tremonti ci fa sapere che con la cultura non si mangia. Una frase un po' povera che ha trovato il facile applauso dei tanti poveri di spirito disposti a sottoscrivere una trovata tanto infelice. Io torno modestamente alla mia proposta: chiudiamo il Ministero dei Beni Culturali, eliminiamolo in via definitiva. Perché se non siamo abbastanza di buon senso da capire che la rinascita morale ed economica (anche economica) della nazione passa attraverso la valorizzazione dell'enorme giacimento culturale presente in Italia, allora meritiamo sul serio una bella privatizzazione generale e chi s'è visto s'è visto. Vorrei tanto dire al ministro: è vero che la cultura non è un panino con la bresaola, ma perché non accettare il fatto che un paese come l'Italia debba preservarla e promuoverla per rilanciare la propria immagine nel mondo? Altro punto: siamo in crisi per colpa del patrimonio culturale o per colpa di qualche concretone che ha mandato a puttane l'economia mondiale per la pura e semplice smania di fare quattrini? E tutti gli economisti che ora si concedono il lusso di denigrare la cultura italiana additandola come covo di buoni a nulla, dov'erano di grazia? E allora chiudiamolo il ministero, perché non lo meritiamo, lasciamo che vada tutto alla malora, come già scrivevo tempo fa. Con i proventi di ciò che venderemo potremo mangiare per un po', sovvenzionare l'improduttività dell'apparato politico, regalare qualche omaggio ai supermanager del settore pubblico. Già che ci siamo potremmo anche elevare al rango di patrimonio culturale un po' del puttanaio promosso ogni giorno dalle reti Mediaset, che bene o male producono e stanno al passo: sarebbe una manna per le casse. Un po' di pelo e via andare, ci mangiamo sopra tutti quanti ancora per due vite.
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