Mi piacerebbe davvero sapere come mai la gente compra i romanzi di Fabio Volo. Per quale ragione li legge, che cosa ci trova. E' veramente difficile trovare qualcosa di più sconfortante dell'ovvio qualunquista sparso a piene mani da questo non scrittore (si è definito lui così, in un momento di lucidità, o di estrema paraculaggine, vedete voi). Tutto va come te l'aspettavi, un po' di aforismi da Baci Perugina, due o tre trombate, pensieri che non si discostano molto dalle meditazioni sul water in cui tutti prima o poi incappiamo. Le sue storie sono quello sono: un medio campionario di mediocrità, una disinvolta carrellata di scemenze che chiunque potrebbe meditare, e che infatti chiunque medita. Solo che il Volo ci fa romanzi, ci fa film, si arricchisce, con straordinaria mancanza di talento, con scoppiettante assenza di idee, e con una povertà grammaticale così ostentata da rischiare di diventare stile: lo stile Volo, un marchio di fabbrica. Ecco, come mai? Le cose scadenti hanno sempre venduto più che le cose di qualità, non è un mistero, ma anche la prosa più abietta, in genere, deve poter contare su un appiglio: il sesso sfrenato, lo splatter, la violenza estrema, il giovanilismo accattone. No, Volo non cerca gli estremi, anzi, li evita con cura. Il suo è un mondo dove regna il generico buon senso, il rimedio della nonna, la birra con gli amici, la sociologia alla Alberoni, la psicologia alla Erich Fromm. Non cerca contrasti Volo: vuole rassicuravi. E ci riesce, perché non vuole deludere nessuno, ma ci riesce ancora di più perché, in fondo, Volo non vuole dire niente. Prende un po' di pensierini sfusi, un po' di politicamente corretto, una manciata di ovvio, una spruzzata di qualunque e il gioco è fatto. Non darà mai da pensare a nessuno, e questa, forse, è la sua vera arma in più, il campo d'azione in cui è veramente imbattibile. Capire se lo faccia apposta per sedurre di più il pubblico o se gli venga spontaneo è una fatica inutile, certo mi risulta difficile credere che tanta furbizia nasca dal caso, o sia frutto della più ingenua spontaneità. Curzio Maltese ha parlato della "multiforme mancanza di talento" di Fabio Volo. Diciamo che già tirare una presa in giro tanto in lungo se non è proprio un talento perlomeno ci assomiglia.
1 commenti:
Perfetteamente d'accordo e più che capire Volo, vorrei entrare nella testa di chi lo compra.
Posta un commento