ribellioni

C'è stato un momento della mia vita in cui sentivo un bisogno spasmodico di leggere i giornali. Era una delle prime cose che facevo la mattina: dalle notizie on line, agli scartafacci gratuiti distribuiti in metropolitana. Volevo sapere, volevo leggere le notizie. Sono cresciuto con questa regola stampata in testa: i giornali vanno letti, bisogna informarsi, sennò ti fregano. Qualche volenterosa e inutile insegnante si piccò pure, mi ricordo, di 'insegnarci' a leggere i quotidiani. Pratica curiosa, che non ho mai capito del tutto (a meno che non siano scritti in cirillico) ma a quanto mi risulta diffusa. Insomma, ero un avido consumatore di notizie. Ora molto meno. Se non leggo il giornale per un giorno o anche due non mi sento in colpa. Pazienza se la benzina è rincarata. Pazienza se mi perdo l'ultimo scandalo della politica con annesse sparate idiote del politico di turno. Pazienza anche se mi perdo qualche insulso articolo di terza pagina commissionato a peso d'oro a qualche baronazzo dell'accademia. Il tempo che risparmio non aprendo i quotidiani lo spendo parlando con la gente, o leggendo un libro. Ma non sono più disposto a farmelo sottrarre da tanta fuffa mediatica, da questa specie di trappolone giornalistico dove non si riesce più a capire quale sia la realtà delle cose e quale sia l'ennesima macchinazione di potere. Dove una casta tremenda (quella del giornalismo) si sposa con i suoi sciagurati epigoni, tra i quali spicca la politica. Ecco, a me dell'analisi socio politico economica del direttore di giornale prestigioso non me ne importa più niente. Perché lo so depositario di un potere ingiustificato, che se poteva avere un senso agli albori della stampa oggi non ha più ragione di esistere. Non voglio un gerarchizzatore delle notizie. Non voglio nemmeno che l'inquietante presenza dei Professori eletti da nessuno campeggi minacciosa nelle mie letture quotidiane. Non mi interessano più le pagelle dei calciatori. Non mi interessa il panino di dichiarazioni dei parlamentari. Ho ancora troppi libri da leggere, troppi autori che non conosco, troppi pensatori che ancora non ho scoperto per sprecare il mio tempo in questo modo.

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