Il lessico ha radici profonde. Dice chi siamo, che cosa pensiamo, che cosa non pensiamo, come dissimuliamo la nostra personalità o al contrario come la manifestiamo. Quando il Presidente del Consiglio dice che il nostro è "un paese di merda" e che lui "scopa e basta" e che del resto chi se ne fotte, non compie solo un oltraggio nei confronti del suo e soprattutto nostro paese, ma fa qualcosa di più: rivela una debolezza sconcertante. Una debolezza che ha radici lontane. Debolezza di idee, di cultura, di risorse umane. Ma è tutta la storia del rapporto Berlusconi - linguaggio che meriterebbe di essere analizzata in uno studio di alto livello: da quella specie di mannaja tritura cervello che è stata ed è Mediaset (con tutta la sua violenza depaupera lessico, la sua bonomia dispensatrice dell'ovvio) al vocabolario da piazzista in trasferta (il "mi consenta", il "dottore" di qui "dottore" di là, fino agli indimenticabili "uso criminoso" e "utilizzatore finale") fino al continuo sentore di frase fatta, di luogo comune, di concetto logoro che è la vera cifra distintiva, a livello linguistico ma non solo, della comunicativa berlusconiana. Oggi siamo alla parolaccia, al trivio. E all'insulto. Quelle parole messe in bocca a qualsiasi altro uomo di Stato suonerebbero come un alto tradimento. Pensiamo a Obama che dice una cosa del genere, pensiamo alla Merkel, pensiamo a chiunque altro. Siamo di fronte a quella che è la prova provata di un menefreghismo facilone, di un opportunismo intollerabile che non ha mai smesso di essere il vero motore propulsivo di questi ultimi 18 lunghissimi anni. Spettacolare anche la scusa: "Era tarda sera". Già un'altra volta alluse ad una non meglio identificata e quasi poetica "Sfera onirica". Perché l'uomo è così, finché può nega, e poi, colto in castagna, ti prende per il culo. Ops.
1 commenti:
Bellissimo articolo, letto tutto di un fiato. Le parolacce sono il mezzo di non ha parole e basita, rimango davanti ai comportamenti di questo individuo.
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