Un tempo le corti italiane erano il ricettacolo di scienziati, artisti, intellettuali, di cui il principe amava circondarsi. i Medici, i Gonzaga, gli Este, i Della Scala, persino la corte papale. Personaggi di rilievo, cui era demandato il compito di offrire al sovrano una nuova chiave di lettura sul mondo: non era la loro una semplice funzione ornamentale. Poi si passa ai giorni nostri, alle cronache di questi ultimi anni, in cui l'uomo più ricco e potente d'Italia si degrada in compagnia di uno stuolo di donne a pagamento; adotta un linguaggio da scaricatore di porto; si rende ricattabile; ammette candidamente di fare "il premier a tempo perso" di "un paese di merda". Con i suoi soldi e il suo potere potrebbe circondarsi del meglio esistente al mondo: premi Nobel, economisti, giuristi, artisti, uomini di scienza. Potrebbe farsi spiegare, nella cornice di sfarzo delle sue proprietà, come funziona il mondo, come aiutare il nostro paese ad affrontare l'orizzonte plumbeo che (da sempre) ci attende. E invece no. Ecco, io credo che il vero scandalo, che la vera aberrazione non sia solo nel pagare delle donne disposte a tutto (da che mondo è mondo dove c'è potere ci sono puttane), ma proprio nell'incapacità di usare i soldi per qualcosa che vada oltre il pagamento di una prestazione. La modestia intellettuale di quest'uomo emerge prepotentemente nel disprezzo per la cultura, che, come si evince nello sconfortante sfacelo telefonico, non compare mai nel suo orizzonte: in questo vorticoso giro di sesso facile e squallore morale il denaro è il carburante che permette di tenere in piedi il baraccone, nulla più. Non è il valore aggiunto con cui un ricco e anziano signore cerca di migliorare la condizione sua e del proprio paese per capire, per indagare, per trovare prima degli altri nuove vie. No, niente di tutto questo. Se pensiamo che B. è, tra le varie, anche il formale proprietario della principale industria culturale italiana, la Mondadori, direi che il quadro è completo.
0 commenti:
Posta un commento