lettera aperta a Moloch
lo strano effetto che fa
foto ricordo
Posano, armati di telefonini, smartphone, fotocamere, tablet. Posano e sorridono. Alle loro spalle il relitto della Concordia. Non un panorama da cartolina, non il sole al tramonto. Ridono, anche, sorridono, si abbracciano. In fondo è anche questa una cartolina: l'istantanea dell'epoca che viviamo. Un popolo minuto, un po' inconsapevole, armato di tecnologia da ipermercato che grazie a un po' di megapixel in offerta, certifica la sua presenza al mondo. C'ero, c'eravamo. Eravamo lì, dove si sta consumando uno dei reality più tristi che la cronaca degli ultimi anni abbia registrato. E del resto, visti gli altri fatti di cronaca degli ultimi anni, non è la prima volta che ci troviamo di fronte al turismo macabro, alla foto ricordo sul luogo di un massacro o, come in questo caso, di fronte ad una vera e propria tomba galleggiante. E' un effetto collaterale che raccapriccia, insieme alla morbosità compiaciuta del cattivo giornalismo italiano, che riesce a fare carne da macello anche e soprattutto di vicende umane che meriterebbero solo rispetto e silenzio. Ma è anche l'esatta conseguenza dell'involuzione antropologica dell'italiano medio, vittima della scolarizzazione di massa e della televisione, delle mode e della propria indomita superficialità, esaltata da un regime mediatico che non solo ha reso la piccolezza un valore e la mediocrità un vanto, ma che ha anche convinto i più di essere i protagonisti di uno spettacolo televisivo. Spettacolo del dolore che tocca agli altri, dove la massa mediatica un po' si fa fotografare sorridente di fronte al relitto, e un po' impugna il forcone (o il telecomando, vediamo) per vendicarsi del mostro. Scriveva Elias Canetti in Massa e potere: "Anche oggi ognuno partecipa alle esecuzioni pubbliche attraverso il giornale. (...) Nel pubblico di lettori di giornali è sopravvissuta una massa aizzata più moderata ma più irresponsabile per la lontananza degli avvenimenti. Si sarebbe tentati di dire: la forma più spregevole e al tempo stesso più stabile." L'unica riforma finora riuscita.