Un altro aspetto che mi ha lasciato sgomento, tra i vari strascichi di questa piccola e sconcia caduta degli dei, è l'assoluta mancanza di autocritica della classe dirigente italiana. Non un: "Forse abbiamo sbagliato", non un dubbio passeggero, non un'incertezza. O meglio, incertezze tante, errori a pioggia, ma nessuna analisi. Un po' come sbattere la polvere sotto al tappeto e fare finta che sia tutto in ordine, quando invece in ordine non c'è più niente. Le giravolte della politica italiana, ormai è chiaro, non conoscono quel bene prezioso e inestimabile che è la capacità di riconoscere i propri errori. Altro che responsabilità, di cui tutti si riempiono la bocca. Quando un padrone del vapore continua imperterrito a dire che è bravo, bello, forte, che ha fatto tutto per il meglio, che la colpa di tutto è di una non meglio precisata associazione internazionale demoplutogiudocratica, ci troviamo di fronte al solito doppio salto carpiato della logica, al solito, irragionevole giro di parole con cui si nega una realtà ricostruendone un'altra. Verbale e irreale, forzosa e priva di contraddittorio. Ma siamo in Italia: la colpa è sempre di qualcun altro. Dei mercati, dei governi stranieri, dei giovani. Soprattutto dei giovani, sì, perché sono la parte più scoperta, più facile da accusare, la parte che non ha soldi né avvocati. La parte che non conta un cazzo insomma. Quei giovani che non erano nemmeno nati mentre lorsignori sbranavano le fondamenta del loro futuro allargando il debito pubblico fino ai limiti intollerabili di oggi. Basterebbe così poco per sporcare con un po' di dignità il manto lurido di anni di iniquità e bugie: basterebbe ammettere i propri errori, chiedere scusa, promettere di togliersi dalle palle e di non fare più danni. Togliamoci subito dall'equivoco: non accadrà mai. In conclusione, ieri sera, in un telegiornale, ho sentito un vecchio e malridotto saggista pronunciare con sprezzo la seguente frase: "Abbiamo il dovere di essere crudeli con i giovani." E alla domanda: "Non crede di essere anche lei in parte responsabile per come è messa l'Italia di oggi?" Risposta: "Assolutamente no." Direi che in queste due, semplici frasi c'è il senso di un intero cataclisma.
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