L'Italia che si sbriciola sotto i colpi della natura indifferente è un po' la fotografia, spietata e senza sconti, di un paese a metà tra i sogni di rilancio e la miseria del contingente. Non c'è possibilità di scampo dai filmati amatoriali che ci mostrano i fiumi di fango, i cassonetti che prendono il largo, le urla della gente, le lamiere semisommerse delle auto alla deriva. La verità di queste immagini senza commento, accompagnate solo dallo sciabordio irreale di quella massa di acqua fangosa, è molto più potente di qualsiasi tentativo di analisi. Credo che per ripartire a ragionare sui perché e i percome dei destini italiani si debba ricominciare da qui, dalla povera realtà umana impotente di fronte alla tragedia, oggi come ieri, ieri come sempre. E non tanto o non solo dai resoconti numerici di una finanza ormai del tutto sganciata dai bisogni e dalle aspettative dei popoli. Si parla di concretezza, di fare, di riforme, di quaresima, ma io mi chiedo: che cosa c'è di più concreto di un territorio che muore? Della vita che si riscopre fragile di fronte all'incombenza della natura? Della paura atavica di avere a che fare con qualcosa di più grande di noi? Accettiamo pure questo governo tecnico se serve a tranquillizzare gli amici europei. Accettiamo di mettere per un momento da parte la sovranità popolare in nome della necessità. Ma sarebbe bello magari sentir spendere ogni tanto qualche parola su questa porzione di mondo che occupiamo: sul "paese" inteso non solo come forza lavoro da sfruttare o come entità astratta o come vacca elettorale da mungere; ma sull'Italia come realtà territoriale, geografica, storica, paesaggistica culturale da difendere e da vivere, perché è qui che viviamo, respiriamo e mangiamo, non in un grafico o nei traffici di una banca. Credo anche che però sia troppo aspettarsi questa cura, questo amore, questa attenzione da parte di un governo tecnico. Che in fondo non rappresenta nessuno, che in fondo non è espressione del sangue di un territorio, di una città, di una comunità. Magari verrò smentito dai fatti. Lo spero.
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