Dov'eravamo rimasti? Processi interrotti, poltrone delle province intatte, amazzoni, spartizione del potere, stallieri, conflitto di interessi, televisione pattume, preoccupazioni dell'Europa... La lista è lunga, ognuno può completarla come vuole. Un anno per tornare allo stesso identico punto. Che poi è lo stesso punto di vent'anni fa. Un anno per scoprire che non è cambiato niente, anche se è cambiato tutto, in una curiosa inversione della massima di Tomasi di Lampedusa. Un anno per ritrovare lo stesso baraccone irrancidito di sempre, con tanto di mostri, fissazioni falliche, parole d'ordine; uno spot che non conosce sosta da un ventennio, e che puntuale ritorna, come una malattia cronica o una condanna. La verità è che la plastica non conosce scadenza: è la materia riciclabile per antonomasia. La plastica torna sempre: miseramente vuota, povera, ingannevole, ma capace di durare e di riproporsi sempre nella stessa identica forma. Le grandi ideologie invecchiano, smettono di essere al passo con i tempi: il comunismo è fallito perché aveva smesso di interpretare il mondo che cambiava, le generazioni che si susseguivano con nuovi linguaggi e nuovi problemi. Ma il vuoto non passa mai di moda: puoi riproporlo sempre. Il Pdl o Forza Italia o come diamine si chiamerà ha bisogno di un padrone per esistere, perché tolto il suo "conducator" (come l'amabile nonnino si è autodefinito) con i suoi appetiti personali, la sua volgarità e le sue faccende da sbrigare, stava sparendo, e per una ragione molto semplice: non aveva niente da dire. Il vuoto non ha cultura né conosce qualche cosa che vada oltre gli interessi immediati e pronta cassa. Il vuoto si ricicla, ma non parla, non ha significati da trasmettere. Anche se è un vuoto che ci è costato lacrime e fallimenti, derisione e disperazione. Niente da fare, il prodotto piace e si vende, eccome se si vende, la vedremo alle elezioni. Monti e i tecnici rappresentavano perlomeno un'opzione di destra con cui era possibile intavolare una discussione nell'interesse di tutti, ma ora siamo precipitati indietro alla vergogna degli anni passati, anni persi dietro le beghe personali di uno solo, il capo di un partito che in due decenni non è stato in grado di produrre nemmeno l'ombra di una classe dirigente, ma solo scandali e imbarazzi. Tralasciando gli aspetti legali, che sono materia per la magistratura. C'è di buono che il copione che ci attende è ormai a tal punto bollito che non ci saranno sorprese. Solo plastica e televisione, chiacchiere e fumo.
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