i finti riformisti


Pochi giorni fa, in parlamento, si assisteva all'ennesimo scempio, ovverosia all'accanimento terapeutico nei confronti delle Province. L'ente inutile per eccellenza. L'agglomerato burocratico in bilico dai tempi della Costituente, che avrebbe dovuto essere abolito con l'avvento delle regioni a statuto ordinario, nel 1970. Non solo non sono state eliminate, sono raddoppiate in questi 40 anni abbondanti. Il centrodestra, tra le varie promesse non mantenute, aveva sbandierato di volerle togliere di mezzo. Ma siamo abituati alle loro bugie: hanno votato in massa perché rimanessero dove sono. Idem il Pd. Mi dispiace dirlo, ma il Pd ha commesso un'azione vergognosa. A freddo, ne capisco le ragioni, che non sono nobili. Le province, nonostante tutto, sono un'espressione di potere. E di poltrone. Il Pd ne detiene 40. Perché rinunciarci? Un posto di potere, fosse anche una portineria, è pur sempre un posto di potere. Ci si piazzano uomini, si sistemano amici, si fa apparato, vecchia, grande stortura ereditata dal Pc di cui il Pd non riesce a sbarazzarsi. Forse perché non vuole farlo. Tutti si riempiono la bocca con la parola "riforme" ma la verità è che nessuno vuole farle, nemmeno quel partito che per antonomasia, per cultura, per ambizione dovrebbe essere progressista: il Partito Democratico. La verità è che l'apparato rappresenta una garanzia troppo forte e radicata perché possa essere eliminata, e i partiti non vogliono farlo. Se il Partito Democratico continua su questa strada incerta e ambigua, allora merita di perdere. Merita l'ennesima rinascita del berlusconismo, magari sotto le mentite spoglie di un leader di facciata. Perché il Pd - che in queste settimane avrebbe potuto e avrebbe dovuto - non ha fatto niente. Ha vinto senza volerlo e senza crederci le elezioni a Milano e a Napoli (con due candidati non suoi), ha vinto con i referendum, che aveva osteggiato e deriso fino a quando non ha potuto fare altrimenti. E poi si è fermato. L'elefante si è impantanato. In preda alla paura. Di se stesso, del mondo, di Berlusconi. E chi si fa paralizzare dalla paura, perde. Peccato, perché i milioni di elettori del Pd non meritano questa fine. 

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