Gli italiani lottano contro una parte di loro stessi. Si lamentano, tanto, ma poi tornano a votare dalla parte delle lusinghe. Credono alle bugie che sanno essere bugie, e ci vorrebbe un grande clinico (o un plotone di luminari) per capire in che modo un popolo intero possa decidere di mettere in gioco se stesso al punto di scommettere tutto su una conclamata menzogna. E il sospetto che mi brucia le tempie è che in questa lotta intestina si consumi gran parte delle energie di questo paese. Perché non c'è la forza di costruire un progetto democratico basato sulle idee e non sulla parlantina di un personaggio? Pigrizia, faciloneria si potrebbe dire. Giorgio Bocca, negli ultimi anni di vita, constatava amaramente che la metà degli italiani è fondamentalmente fascista: una frase grave, che spero non corrisponda alla verità, ma su cui vale la pena di riflettere. Articolare un discorso democratico complesso, progressista, capace di mettersi in discussione, è un'operazione difficile, che richiede maturità, e un senso del bene pubblico molto sviluppato. Se l'apologia della tangente e il minimizzare la corruzione hanno appeal presso l'elettorato c'è di che preoccuparsi, a prescindere da chi vinca le elezioni e con quali maggioranze. Se il fascino dell'uomo forte con tanti poteri è capace di solleticare ancora la fantasia dei cittadini, significa che siamo molto indietro sulla strada della modernizzazione di questo paese. Già il fatto di avere così tanti partiti con il nome del leader nel simbolo, partiti senza storia che si impongono per la telegenia del loro capo, non lascia intravedere niente di buono per il futuro. Il berlusconismo, oltre che causa di tanto sfascio, è anche il sintomo di un male profondo, di un disagio che esorcizza se stesso nella sostanziale deresponsabilizzazione personale: che ci pensi un altro a comandarmi, un altro che mi dica sempre che va tutto bene. Nonostante tutto, in questa Italietta confusa dove anche la rabbia popolare è un'operetta inscenata in favor di telecamera negli ormai famigerati collegamenti con la Piazza, è sempre colpa di qualcun altro.
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