Il blog ufficiale di Ariberto Terragni. Opinioni di un disorganizzato, sfogo di uno scrittore, ciò che resta alla fine del giorno. Idee, deliri, recensioni, presentazioni di libri.
E così anche la politica ci è arrivata: in 40 anni, in Italia, è stata cementificata un'area pari a Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna. Oggi, per voce del Presidente del Consiglio, apprendiamo che anche il parlamento ha capito l'insostenibilità del problema. Meglio tardi che mai, d'accordo, ma intanto il danno è fatto, e in modo temo irrimediabile. La ragione? E' stata la politica stessa ad avallare la distruzione del nostro territorio, con condoni, concessioni, delibere, leggi, decreti e trucchi assortiti fatti solo e soltanto per garantirsi la rielezione o peggio per accontentare qualcuno. E quanto è arguta la spiegazione del professore: non va bene devastare la nostra terra in questo modo, eh no, chiosa: la riduzione dei terreni agricoli comporta la necessità di importare materie prime visto che non siamo in grado di soddisfare il fabbisogno nazionale; i turisti scappano; i dissesti idrogeologici si sa i danni che causano. Tutti ragionamenti al di sotto della soglia dell'ovvio, già paventati da almeno mezzo secolo da chi si occupa di problemi ambientali, ma che con tutta evidenza la classe politica, compresa quella tecnica e meritocratica eccetera, è riuscita solo solo ora a recepire e verbalizzare. Da qui a fare qualcosa di concreto per la nostra povera, dissestata, depredata Italia ce ne passa naturalmente: consideriamo la presa d'atto della tragedia quotidiana a cui assistiamo da tanto tempo come un punto di partenza, e l'auspicio di una nuova sensibilità nei confronti dell'acqua che beviamo e del terreno che calpestiamo, ma senza crederci troppo. Oggi sto scrivendo queste parole che domani saranno già carta straccia, insieme con tutti gli annunci che ogni singolo governo italiano porta con sé, in una nube di non detti, contraddizioni, annunci e relative smentite: il solito gioco infausto che ha contraddistinto la vita pubblica italiana dal dopoguerra ad oggi. E avanzo anche l'ipotesi del perché, alla fine, non se ne farà nulla: perché per impedire lo stupro del territorio italiano bisogna andare contro speculatori, palazzinari, lobbies, mafie, amici di amici, gruppi industriali; in altre parole: perché serve coraggio. E quindi nel giro di poco saremo punto e a capo.
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Gli articoli sono scritti tutti dal qui assente, non che disdegni le collaborazioni, ma so già come andrebbe a finire. Ho esperienza di film making, quando bisogna contattare un cast. La prima reazione: bella idea, bravissimo, ci sto. Al dunque le scuse sono queste: accipicchia, ho gli allenamenti, ho mia nonna che... mia zia, mia sorella, la fratella della gemella tapio tapioco come se fosse Antani, insomma: la marmotta è sul fornello e la devo allattare.
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